2.000 EURO AL MESE. ECCO CHI LI OFFRE PER LAVORARE NEL SETTORE DELLE PULIZIE
di Alessandro e Marco Florio
2.000 euro al mese per 14 mensilità, auto aziendale e premi al raggiungimento degli obiettivi annuali. Era quanto a testa ci offriva un’azienda. Insomma due stipendi che sommando fisso, benefit e premi facevano la bellezza di circa 50.000 euro l’anno. C’era tutto quello che serviva per poterli definire due gran bei posti di lavoro.
Ricordiamo ancora quell’annuncio pubblicato su Linkedin, il social delle opportunità di lavoro, con cui l’azienda cercava candidati per due figure tecniche commerciali a cui affidare la promozione e vendita di una nuova macchina per le pulizie. Nello specifico cercavano almeno due persone con comprovata esperienza nel settore indispensabile per effettuare anche le dimostrazioni pratiche in contesti di lavoro reali, anche perché nessuno è così fesso da acquistare una macchina mentre gliela mostri che pulisce sul pulito.
Leggendo l’annuncio è bastato uno sguardo d’intesa per decidere di provare a rispondere. Insomma avevamo tutte le caratteristiche che chiedevano, mandiamo un email e vediamo cosa succede. Passarono non più di 24 ore, ci avevano già risposto che volevano approfondire la conoscenza e ci proponevano di fissare un colloquio.
Presenti oltre a noi c’era il titolare che parlò quasi tutto il tempo e un suo stretto collaboratore che quasi non alzò gli occhi dal foglio in cui prendeva appunti.
Passarono così in fretta due ore in cui nell’ordine ci veniva detto che era un anno che avevano pubblicato l’annuncio e ormai avevano perso le speranze di trovare qualcuno come noi, che di giovani che abbiano voglia di lavorare non ce ne sono più, che avevano pure dato un occhio ai nostri profili sui social e che le nostre idee e competenze digitali erano la marcia in più che li avevano convinti a fissare un incontro.
Fu così che il titolare ci disse che gli era stato riferito che con i computer ci sapevamo fare, e che gli avevano fatto vedere i video che facevamo (anche se probabilmente si riferiva alla attività della Community Italiana delle Pulizie). Insisteva nel dire che portare in azienda due come noi, fosse proprio quello che a loro serviva. Insistendo a ribadire quanto la loro azienda fosse aperta al nuovo.
Oltre all’entusiasmo, l’altra cosa che traspariva era che avevano fretta di cominciare, erano disposti a bruciare le tappe insistendo nel chiederci se eravamo disponibili da subito. Vista l’impazienza che avevano e avuta conferma che si poteva partire a breve, il titolare ci disse di ritornare la settimana successiva perché ci voleva presentare al socio e concludere con noi l’accordo.
Vedendo che però non avevano preparato neppure una brochure aziendale chiediamo che oltre alla disponibilità di date e orari per fissare il prossimo incontro ci inviino la bozza del contratto di accordo per poterlo leggere e venire preparati per eventuali chiarimenti e aggiustamenti.
Sembrava tutto fatto, dopotutto quel colloquio era stato quanto di più franco e diretto si possa solo immaginare.
Fu così che tornati a casa restammo in attesa di ricevere loro notizie, passarono così un paio di giorni quando finalmente arrivò la loro email con le date e gli orari ma senza l’allegato con la bozza del contratto di accordo. Probabilmente si erano dimenticati. A nulla servirono i vari tentativi fatti nei giorni successivi per ricordare di anticiparci la bozza di contratto di accordo.
Di tutti i colloqui di lavoro di certo quello fu il più strano, perché non ci fu mai più data risposta, spiegazione, scusa tipica di queste circostanze, niente neppure una balla. E naturalmente non ci fu accordato un secondo incontro a cui sembrava tenessero più di ogni altra cosa.
Abbiamo davvero pensato e ripensato a lungo a quell’incontro nella speranza di trovare qualche indizio che ci aiutasse a capire qualcosa di tutta quella assurda vicenda. Tuttavia per quando ci sforzassimo non arrivammo a nessuna conclusione.
Nulla sembra spiegare quello stranissimo colloquio fino a quando non ce ne sono capitati altri due. Vi assicuriamo che sembrava di essere gli spettatori che guardano un film già visto. Aziende diverse, persone diverse, a distanza di anni ma identico copione.
Ancora una volta gli piacevano le nostre idee ma ci facevano capire che le volevano svilupparle come dicevano loro, e gli interessavano pure le nostre competenze ma era chiaro che si aspettavano che gliele avremmo date sopra il conto. Dopotutto ci stavano dando la possibilità di collaborare con le loro aziende, e che quei famosi 2000 euro non erano che lo specchietto per le allodole, che attratte dalla cifra raccontassero un po’ delle loro idee condizione sufficiente per il successo ma anche per darci poi il definitivo ben servito.
Strano che da noi, e probabilmente anche da chissà quanti altri, volessero più di ogni altra cosa le idee e che pur di ottenerle si inventino finti colloqui di lavoro o chissà quale altro sotterfugio. Se volevano le nostre idee potevano chiedercele, anzi bastava leggerle qui da queste pagine o anche sul libro che abbiamo pubblicato o sui canali social di quella Community Italiana delle Pulizie che è altro non è che un diario aperto. Idee di cui non abbiamo mai fatto mistero anche perché magari arrivasse il giorno in cui qualcuno le mette in pratica, se volete copiare copiate ma fate in fretta perché queste idee sono sempre state condivise pubblicamente nella speranza che a questo settore sia dato il giusto riconoscimento e l’importanza che merita.
Fonte foto: il web