COME CAMBIA LA DISTRIBUZIONE? ECCO COME COMPREREMO E VENDEREMO MACCHINE, ATTREZZATURE E PRODOTTI PER LE PULIZIE.

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di Alessandro e Marco Florio

È in un recente convegno sulle pulizie che alla domanda, come sarà organizzata la distribuzione (vendita) di macchine, attrezzature e prodotti per le pulizie nel prossimo futuro, l’esperto candidamente ha risposto di non averne la più pallida idea.

Insomma non proprio la risposta che ti aspetteresti da chi è lì in veste di massimo esperto di questo settore, o per lo meno per quanto riguarda l’ambito della distribuzione, quell’ideale anello di congiunzione che sta tra chi produce macchine, attrezzature e prodotti per le pulizie e chi per l’appunto ne fa uso per eseguire il servizio di pulizia.

Un anello di congiunzione che, visto il generale marasma che da anni caratterizza un intero settore non è nemmeno detto abbia ancora senso di esistere. Dopotutto è da almeno due decenni che, nonostante si predichi sul come debba essere gerarchicamente e rigidamente suddiviso il settore, quello che accade è che poi ogni operatore fa un po’ come gli pare.

È così che molti produttori si sono organizzati per vendere direttamente all’impresa di pulizie e in alcuni casi anche per prendere e gestire appalti di pulizie, distributori che si sono messi a produrre a marchio loro oltre a prendere e gestire appalti di pulizie e imprese di pulizie che già abituate alla vita da multiservizi sempre in cerca di pigliare un po’ tutto e un po’ niente si sono organizzare anche a fare la distribuzione.

Ecco una bella confusione in cui non c’è da meravigliarsi se l’esperto non sappia che pesci pigliare, anche perché la cosa che dovrebbe stupirci e interrogarci è perché sia stato invitato a parlare, scelta che evidentemente la dice lunga sulla credibilità di questi convegni.

Tuttavia le stranezze non si sono limitate al “non so, non rispondo” visto che, interpellato anche sul ruolo dell’e-commerce è riuscito a inerpicarsi in dichiarazioni ancora più curiose e strampalate, tipiche di chi è ancorato a quell’idea distorta che l’internet non sia un’opportunità ma una minaccia.

Abbiamo quindi provato noi, che non siamo esperti (non certamente come quello di cui abbiamo appena raccontato), a dire la nostra su un ambito di questo settore che attenzioniamo da vicino con l’Osservatorio Pulizie (il centro studi e ricerche della Community Italiana delle Pulizie), insomma a fare una nostra analisi, che per quanto spregiudicata possa sembrare, come già successo in altre occasioni alla fine ci ha permesso di indovinarci alla grande.

Dopotutto da anni indichiamo proprio nelle persone il maggiore potenziale di questo settore, un potenziale quasi del tutto sconosciuto e quindi ampiamente inespresso anche per quanto riguarda la distribuzione.

Insomma se vogliamo capire come compreremo e venderemo macchine, attrezzature e prodotti per le pulizie dobbiamo tornare a mettere al centro le persone, a fare quello che in questi anni abbiamo fatto qui nella Community Italiana delle Pulizie.

Mettere al centro le persone dando loro esattamente quello che chiedono, perché se ci si ostina a offrire qualcosa che non vogliono acquistare, come possiamo pensare che lo comperino? Ecco che capire cosa vogliono acquistare i clienti di chi si occupa di distribuzione dovrebbe diventare un assillante questione sufficiente da non far dormire la notte. E invece quello a cui si assiste è un intero settore che dorme compiaciuto per il nuovo centro logistico appena inaugurato quando non solo il resto del mondo va verso l’esternalizzazione della logistica ma è del tutto incurante che ai propri clienti di come arrivi in azienda la merce acquistata non importa nulla.

E il tutto diventa tragicomico se si pensa che questo fondamentale anello di congiunzione guarda con circospezione l’online proprio quando numeri e risultati economici indicano che senza una presenza su internet si perdono volumi e fatturati.

Ed è in tutto questo scenario che come Community Italiana delle Pulizie irrompiamo sulla scena partendo proprio dai social, quella porzione di internet ancora oggi vista come un gioco, soprattutto da quanti pensano all’internet come una minaccia invece di un’opportunità.

Quando invece le statistiche ci ricordano che sempre più persone e quindi aziende sono diventate dei “social buyers” insomma dei compratori che come canale / metodo distributivo scelgono la sequenza: social network, link e-commerce, acquisto. Una tendenza generale che vede il nostro Paese al 5° posto assoluto con una quota del 37,5% di questi acquirenti. Per chi vuole approfondire nella didascalia dell’immagine trova le fonti.

Scriveteci e fateci sapere.

Fonte: foto dal web


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