COME RIDURRE I COSTI DI UN’IMPRESA DI PULIZIE?
Su un’impresa di pulizie gravano molti costi. Cercare di ridurre anche solo in parte queste spese è spesso l’unico modo per essere competitivi in un mercato affamato di risparmio.
Limitandoci a quanto strettamente serve per eseguire un servizio di pulizia, la principale voce di spesa è il costo del personale che da solo incide per circa 80% del fatturato, a cui seguono i costi di macchine, attrezzi e detergenti che incidono per circa 5% del fatturato.
Nonostante sia evidente quale sia la voce di spesa su cui ogni titolare si deve concentrare per ridurre i costi, stupisce che la maggior parte degli esperti e consulenti che gravitano su questo settore insistano da anni a indicare che per rendere competitiva l’impresa di pulizie sia fondamentale investire in macchine, attrezzi e prodotti per pulire.
Naturalmente questa cosa stupisce solo quelli che non hanno capito che questi esperti e consulenti non agiscono nel nostro interesse ma solo nel loro, infatti quasi sempre il loro unico fine è quello di venderti qualcosa e non di fati risparmiare. Insomma invece di ridurre i costi te ne propongono di nuovi.
Ad ogni modo se l’impresa di pulizie vuole risparmiare non ha alternativa che ridurre il costo della manodopera che (per ora) solo marginalmente si può aggredire con acquisti di nuove macchine, attrezzi e prodotti visto che la maggior parte degli operatori li possiede già di ultima e in alcuni casi perfino di ultimissima generazione.
A questo proposito il modo più comune impiegato dalla maggior parte delle imprese di pulizie per ridurre il costo della manodopera rimane quello delle assunzioni con contratti part-time e a tempo determinato. In estrema sintesi si assume la persona solo per le ore indispensabili a coprire quel appalto di pulizia.
Un modus operandi che però si è negli anni scontrato con la crescente difficoltà a reperire manodopera che accetta queste condizioni di contratto, in parte perché i miseri stipendi per due ora al giorno sono nettamente inferiori alle varie misure di sussidio statale, in parte perché entrano in concorrenza con le offerte di lavoro di altri settori che offrono contratti a tempo indeterminato, a tempo pieno e con retribuzioni più alte.
Un classico esempio è la ricerca di dipendenti automuniti che snobbano le offerte di lavoro nel settore pulizie per i motivi che abbiamo già detto. Insomma se confermato nel lungo periodo anche il sistema dei contratti non garantirebbe più una significativa riduzione dei costi, proprio perché a scarseggiare è la manodopera non più interessata alle offerte di lavoro che il settore pulizie propone.
Tolto, o comunque fortemente ridimensionato, il principale sistema di riduzione dei costi per l’impresa di pulizie non rimane che fare controlli sulla reddittività di un appalto partendo dalla frequenza con cui si pulisce. In estrema sintesi vedere cosa si può pulire di meno perché si sporca più lentamente e cosa invece pulire più spesso perché soggetto a sporcarsi più rapidamente.
Naturalmente anche questo sistema presenta delle criticità, tra queste il cliente finale e le sue aspettative, per questo il suggerimento è che queste revisioni siano concordate e comunicate con il cliente per evitare contestazioni.
La pulizia professionale è una cosa seria!
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